31.7.11

La Guida Wired alla Silicon Valley - script by Matteo Bittanti


Googleplex @ Mountain View (Nord-Kali)
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Enrico Redaelli - L'incanto del dispositivo. Foucault dalla microfisica alla semiotica del potere




Per tradizione, l'esercizio critico ha sempre avuto di mira l'emancipazione del soggetto, la sua liberazione dai vincoli del potere. Ma, a partire da Foucault, la riflessione teoretico-politica ha profondamente ridisegnato i rapporti tra soggetto, potere e critica delineando un quadro problematico che costituisce oggi uno dei temi al centro del dibattito filosofico.
Che cos'è un dispositivo? In che modo la storicità produce soggettivazione? La pratica «parresiastica» e le «tecniche del sé» si sottraggono alle reti di sapere-potere o ne sono anch'esse segnate? Cosa rende possibile il carattere «universalizzante» e «individualizzante» della governamentalità?
Questi e altri nodi teorici sono oggetto d'indagine del presente libro, che alterna pagine dedicate a un serrato confronto con Foucault, mettendone a frutto ambiguità e aporie, a pagine in cui viene delineata una genealogia del potere e della critica nei loro rapporti con le pratiche di scrittura, dalla civiltà mesopotamica all'antica Grecia. Proprio nelle oggettivazioni e nelle soggettivazioni prodotte dal dispositivo della scrittura vengono infatti rintracciate, dall'autore, tanto le condizioni di possibilità del potere disciplinare e biopolitico, quanto la genesi dell'atteggiamento critico. Emergono così i lineamenti di una «semiotica del potere» in cui lo stesso sguardo genealogico è problematicamente coinvolto.


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Carlo Formenti: Il Conflitto ai tempi di Internet

Google and Facebook get personal in battle for social networking rewards




It is one month since the launch of Google+, a belated attempt at a social networking tool that invites users to follow friends' activities in their news feed and share favourite content by marking it "+1". If this sounds familiar, it shows the extent to which Google is playing catchup with Facebook, which is brewing a public offering next year that could value the firm at $100bn and, critically, has positioned itself as the gateway to the web for many of its 750 million users. (...)


Read more: The Guardian 30.07.2011

30.7.11

Pre-Googler: Massimo Marchiori

È un po’ come se un’indagine su un individuo sospetto si limitasse a osservarne il solo aspetto, il viso e il modo di vestirsi. I motori di ricerca negli anni Novanta funzionavano più o meno così. «Si focalizzavano sulla singola pagina web, invece di indagare l’intero ecosistema fatto di link e relazioni in cui i siti vivono» . Ossia gli incontri e gli spostamenti del nostro sospetto. L’esempio è di Massimo Marchiori, matematico dell’università di Padova che di Internet ha fatto la sua passione. Contribuendo in modo radicale a costruire il World Wide Web così come lo conosciamo ora. «Era il 1996 e a una conferenza in California presentai Hyper Search, il mio progetto per un motore di ricerca che fosse davvero funzionante» : il professore racconta l’inizio di una storia che poi è diventata la storia del Web. Perché quel giorno a Santa Clara ad ascoltare il progetto messo a punto da un italiano 26enne su un computer condiviso — e relegato negli scantinati dell’ateneo veneto — c’era anche Larry Page (che di anni ne aveva 23), studente di Stanford. «Venne da me alla fine dell’intervento e mi disse che era rimasto folgorato dalla mia intuizione. E mi promise che insieme a un suo collega avrebbero provato a sviluppare l’algoritmo in un progetto più grande» . Il resto, appunto, è Storia: nel 1997 Page e Brin annunciarono che era nato Google. (...)


Read more: Corriere della sera 2 aprile 2011

Ryoichi Kurokawa - Rheo - Five Horizons (2010)

26.7.11

Matteo Pasquinelli's Intro (A Nicholas Carr esergo)

Al cuore di [Google] si trova l’algoritmo PageRank che Brin e Page scrissero mentre erano studenti a Stanford negli anni 90. Notarono che ogni volta qualcuno con un sito Web pone un link ad un altro sito, costui esprime un giudizio, dichiara che considera quel sito importante. In seguito realizzarono che mentre ogni link contiene un po’ di intelligenza umana, tutti i link insieme contengono una grande quantità di intelligenza – molto di più, in effetti, di quanto qualsiasi singola mente possa possedere. Il motore di ricerca di Google scava in questa intelligenza, link dopo link, e la usa per determinare l’importanza di tutte la pagine del Web. Più grande è il numero di link che porta ad una pagina, più grande è il suo valore. Come dice John Markoff, il software di Google “sfrutta sistematicamente la conoscenza e le scelte umane su ciò che è significante”. Ogni volta che scriviamo un link, o anche solo lo clicchiamo, alimentiamo il sistema di Google con la nostra intelligenza. Rendiamo la macchina un po’ più intelligente – e Brin, Page e tutti gli azionisti di Google un po’ più ricchi.
— Nicholas Carr, Il lato oscuro della rete

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Bjork - Crystalline - Michel Gondry (video)

23.7.11

Funky Porcini vs Bunuel (The Devil Drives ovvero Sul dubbio degli Stiliti)



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Maddalena Alini - Deleuze e i filosofi

“Un giorno, forse, il secolo sarà deleuziano”1. Michel Foucault, amico e per molti anni vicino alle esperienze filosofiche e politiche di Deleuze2, ha forse posto così, in queste pochissime battute, la domanda-problema che l’incontro con Deleuze apre. È forse, infatti, Deleuze il filosofo dell’avvenire che come Nietzsche inaugura un nuovo modo di fare filosofia, a cui noi oggi non siamo ancora preparati, sta qui forse tutto il senso di quel “sarà”, come a dire “è ancora troppo presto per noi” ? È quindi, forse, Deleuze quel “terzo tempo”, il tempo dell’avvenire, il tempo dell’evento, in cui la filosofia scopre nel suo stesso compito critico una funzione creatrice, per farsi creatrice essa stessa, per divenire creatrice ?
Terzo tempo come tempo dell’avvenire, dell’evento, come tempo del desiderio, tempo della creazione. Infatti, il nostro primo compito nel descrivere la filosofia deleuziana come filosofia del desiderio, è proprio quello di dare al desiderio la forma della creazione, della produzione, quindi la stessa filosofia diventa filosofia della creazione. Il desiderio, finalmente inteso come produzione, significa soprattutto che esso non manca di nulla3, ma produce e funziona, cioè crea sempre e ovunque: ovunque produzione di realtà, in quanto la realtà stessa è produzione; ovunque, quindi, produzione di produzione, in quanto il prodotto stesso è uguale al produrre; e tutto questo, quindi, esclude sia un soggetto che un oggetto, “non c’è più né uomo né natura, ma unicamente processo che produce l’uno nell’altra”. (...)

Endless - Valerio Rocco Orlando

Valerio, tu sei italiano ma vivi negli Stati Uniti. Sei un artista visivo, perchè sei emigrato negli U.S.A.? Che cosa hai trovato andando a vivere a New York? Cos’è che manca qui in Italia?“Mi sono trasferito negli Stati Uniti grazie a una premio nazionale per artisti visivi promosso da Seat, Parc e Gai nel 2009. Il premio prevedeva una residenza all’International Studio & Curatorial Program di Brooklyn, dove ho avuto la possibilità di sviluppare un progetto intervistando giovani innamorati del quartiere sulla relazione tra identità individuale e di coppia all’interno della comunità. Grazie a questa esperienza la mia ricerca ha raggiunto una maggiore complessità, soprattutto per il confronto con metodologie e pratiche legate all’arte pubblica, che a New York viene sostenuta da politiche culturali con una consapevolezza 
assolutamente diversa rispetto all’Italia.”


Intervista completa di Luigia Sorrentino a Valerio Rocco Orlando: http://poesia.blog.rainews24.it/2011/07/22/valerio-rocco-orlando-intervista/

17.7.11

Sopravvivere nell'Era di Mc Luhan - Douglas Coupland

"Nel libro (Generazione X) era sottintesa l'idea che nel 1991, e grazie alla tecnologia, le generazioni erano diventate concetti obsoleti e stavamo entrando in un'epoca in cui ogni persona cominciava a diventare una generazione a sé. (...)"


tratto da "Marshall McLuhan" di Douglas Coupland


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2.7.11

Lavoro, merce, desiderio - a cura di Gianvito Brindisi e Eleonora De Conciliis


Lavoro, merce, desiderio: questi tre termini traducono due fenomeni epocali e ancora ineludibili del Novecento, l’uno appartenente alla sua genealogia speculativa, l’altro a quella economicopolitica. Se infatti in Occidente la straordinaria crescita del capitalismo post-fordista e post-taylorista, nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale, ha portato ad una radicale metamorfosi della ‘struttura’ marxiana del lavoro ed alla comparsa di nuove forme di produzione e consumo delle merci, negli stessi decenni l’incontro-scontro del marxismo con la psicoanalisi freudiana e post-freudiana ha fornito all’analisi sociologica classica, incentrata sui rapporti di produzione e sulla sovrastruttura ideologica, la dimensione della profondità: nella teoria sociale ha fatto il suo ingresso l’inconscio e, con esso, il desiderio. A partire da due lezioni di Deleuze coeve alla pubblicazione dell’Anti-Edipo (1972), gli interventi qui raccolti s’interrogano sulle recenti trasformazioni del lavoro, sulla sua immateriale materialità in una società ancora segnata dall’esperienza dell’alienazione e inconsciamente, infantilmente legata al desiderio della merce. In una sorta di autoanalisi collettiva, essi pongono a diversi autori (da Adorno a Marcuse, da Castoriadis a Baudrillard, da Foucault a Simone Weil), e in diverse prospettive ermeneutiche, il medesimo problema psicopolitico: l’inoltrepassabilità storica del capitalismo, sulla soglia tra il ventesimo e il ventunesimo secolo.


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