19.5.11

Roberto Esposito - Pensiero vivente


" (...) più recentemente Roberto Esposito nel suo Pensiero vivente. Origine e attualità della filosofia italiana (pubblicato da Einaudi e percepito come il breviario dell’Italian Theory prima ancora di essere tradotto in inglese) ha descritto la cifra della tradizione italiana nel suo essere antagonista al potere, coerenza pagata a caro prezzo da Bruno fino a Gramsci. Questo sinolo di tumulto e prassi istituente, questa immanenza dell’antagonismo, viene tracciata da Roberto Esposito in una storia ideale che da Tronti risale fino a Machiavelli. Materialismo antagonista che viene estetizzato nella Battaglia di Anghiari di Leonardo, figura della Lotta che fonde l’uomo e l’animale come nel centauro machiavelliano. Esposito contestualizza l’emergere della «differenza italiana» con la crisi di quelle scuole europee che si sono fondate sul primato del linguaggio: la filosofia analitica inglese, l’ermeneutica tedesca e il decostruzionismo francese. Fuori dai recinti accademici, questa crisi viene forse meglio esercitata dalla pressione delle nuove forme del lavoro. Dal frammento sulle macchine nei Grundrisse di Karl Marx al concetto di capitalismo cognitivo, infatti il pensiero operaista non ha mai considerato il linguaggio «casa dell’essere», ma al contrario mezzo di produzione al centro del lavoro contemporaneo. Principale motivo per cui oltreoceano si adotta l’Italian Theory è proprio per essere una delle poche letture antagoniste e non logocentriche dei grandi apparati dell’«economia della conoscenza», del lavoro immateriale e della network society (come già nel 1999 il canadese Nick Dyer-Witheford notava nel suo libro Cyber-Marx)."


Matteo Pasquinelli - Mappe Italiane (Il Manifesto 13.11.2011)

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